Attenzione ai sintomi nei neonati: ecco la malattia metabolica rara e pericolosa galattosemia

La galattosemia è una malattia metabolica rara che, se non viene diagnosticata e trattata tempestivamente, può mettere a serio rischio la salute e la vita dei neonati. Questo disturbo ereditario compromette la capacità dell’organismo di metabolizzare correttamente il galattosio, uno zucchero presente principalmente nel latte, trasformandolo in glucosio. In Italia, la galattosemia viene identificata attraverso lo screening neonatale, ma è fondamentale riconoscere i primi sintomi e comprendere le potenziali complicanze per intervenire rapidamente e salvaguardare lo sviluppo del bambino.

Che cos’è la galattosemia

La galattosemia è una patologia di origine genetica, trasmessa con modalità autosomica recessiva. Nei bambini affetti, l’enzima galattosio-1-fosfato uridil transferasi (GALT), fondamentale per la trasformazione del galattosio, è assente o non funziona correttamente. Questa carenza enzimatica porta all’accumulo di metaboliti tossici che danneggiano vari organi e sistemi dell’organismo.
Sono note diverse forme di galattosemia (classica, di tipo II, di tipo III), ma quella più grave e frequente nei neonati è la galattosemia classica.

Il galattosio, presente nel latte materno e artificiale, diventa quindi pericoloso per questi bambini, che manifestano i sintomi spesso dopo pochi giorni di vita, cioè dopo aver iniziato l’alimentazione con latte. In assenza di una diagnosi precoce e della sospensione del galattosio dalla dieta, la malattia si aggrava rapidamente.

Sintomi della galattosemia nei neonati

I primi sintomi della galattosemia possono essere subdoli. Il neonato, apparentemente sano alla nascita, comincia a mostrare segni e disturbi dopo alcuni giorni o settimane, una volta introdotto il latte nella dieta. I sintomi più comuni e indicativi includono:

  • Perdita di appetito e difficoltà nella nutrizione
  • Vomito
  • Ittero (colorazione giallastra di pelle e occhi), spesso con fegato ingrossato
  • Diarrea
  • Letargia e ipotonia (debolezza muscolare)
  • Scarso incremento ponderale e arresto della crescita
  • Infezioni gravi associate a deficit della funzione dei globuli bianchi
  • Emorragie e “fontanella turgida”
  • Disturbi della coagulazione, anemia emolitica
  • Problemi renali come proteinuria e acidosi metabolica
  • Cataratta (nei casi meno gravi o di tipo II), già presente o modesta nelle prime settimane di vita

La presentazione di questi sintomi può variare a seconda della gravità e della forma genetica della malattia. Il quadro clinico si aggrava rapidamente se non viene sospeso l’apporto di galattosio, e può evolvere in danni epatici, renali, neurologici, oltre a deficit psicomotorio e cognitivo, con il rischio di ritardo dello sviluppo e della crescita. Alcuni bambini possono sviluppare gravi disfunzioni ovariche (insufficienza ovarica prematura nelle femmine) o ulteriori complicanze come perdita dell’udito.

La sintomatologia precoce è estremamente importante da riconoscere perché, se la galattosemia non viene diagnosticata rapidamente, può portare a complicazioni permanenti e, nei casi più gravi, anche alla morte.

Diagnosi precoce e screening neonatale

Il riconoscimento tempestivo della galattosemia avviene oggi tramite screening neonatale, eseguibile con esami del sangue e delle urine che rilevano livelli anomali di galattosio o la ridotta attività degli enzimi coinvolti nel metabolismo del galattosio.
Oltre alla valutazione clinica dei sintomi, risultano fondamentali:

  • Dosaggio dell’attività enzimatica nei globuli rossi, bianchi o nel fegato
  • Test genetici per la conferma e la tipizzazione della malattia
  • Analisi delle urine (galattosuria)
  • Indagini biochimiche su aminoacidi plasmatici e funzione renale ed epatica

Nella maggior parte delle regioni italiane e nei paesi occidentali, il test viene effettuato di routine dopo la nascita, consentendo un intervento dietetico precoce e la prevenzione di molte complicanze. In caso di familiarità per la galattosemia, anche i genitori possono sottoporsi a test genetici per verificare se sono portatori, riducendo così il rischio per future gravidanze.
Per approfondire la biochimica della galattosemia, è utile consultare la voce di Wikipedia.

Gestione terapeutica e monitoraggio

La terapia della galattosemia si basa sull’esclusione rigorosa del galattosio e del lattosio dalla dieta, già dai primi giorni di vita. Questo implica l’utilizzo di formule di latte prive di lattosio per l’alimentazione del neonato e il monitoraggio costante della crescita e dello sviluppo.

L’eliminazione del galattosio previene i danni acuti agli organi, ma resta necessario il follow-up multidisciplinare per controllare potenziali complicanze a lungo termine, tra cui:

  • Disturbi cognitivi e ritardo psicomotorio
  • Difficoltà di linguaggio e di apprendimento, che possono persistere nonostante la dieta
  • Disfunzioni ormonali (insufficienza ovarica precoce nelle femmine)
  • Problemi di equilibrio e deambulazione
  • Cataratta progressiva

Una presa in carico precoce del bambino da parte di medici specialisti (pediatri, genetisti, dietologi, neuropsichiatri infantili) è fondamentale per ridurre il rischio di complicanze e favorire il miglior sviluppo possibile. Si stanno studiando potenziali farmaci e terapie innovative ma, al momento, la dieta priva di galattosio resta la principale strategia di cura.
Un approfondimento sulle particolarità biochimiche della galattosemia è presente anche sulla pagina di Wikipedia.

Consigli per i genitori

Per i genitori di neonati a rischio o con diagnosi di galattosemia è essenziale:

  • Rispettare rigorosamente la dieta priva di lattosio e galattosio
  • Fare riferimento a centri di specialisti per il monitoraggio
  • Effettuare regolari controlli clinici e laboratoristici
  • Collaborare con il pediatra per gestire la crescita e lo sviluppo psicomotorio

Un supporto psicologico è utile sia per il bambino che per la famiglia, per affrontare le sfide legate alla patologia e favorire la migliore qualità di vita possibile.

Impatto sulla vita e prospettive future

La galattosemia rappresenta una sfida importante per la pediatria e le famiglie: la diagnosi precoce e la dieta corretta possono prevenire la maggior parte delle complicazioni, ma rimangono cruciali il monitoraggio clinico e il sostegno specialistico costante. La ricerca scientifica sta lavorando allo sviluppo di nuove terapie farmacologiche e alla possibilità di interventi genetici futuri, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e l’autonomia dei bambini affetti.
Informare e sensibilizzare sui primi sintomi nei neonati di questa malattia rara non è solo fondamentale per la prevenzione, ma anche per promuovere una società più inclusiva e attenta alle esigenze delle famiglie che convivono con la galattosemia.

Lascia un commento