Hai la prostata ingrossata? Ecco il tipo di acqua che può aiutarti subito a stare meglio

Quando si convive con una prostata ingrossata (iperplasia prostatica benigna o IPB), l’alimentazione e l’idratazione assumono un ruolo centrale nella gestione dei sintomi urinari e del benessere generale. La scelta dell’acqua più adatta può fare la differenza in termini di riduzione dell’infiammazione, miglioramento della funzionalità delle vie urinarie e sollievo dal fastidio quotidiano.

Acqua e prostata: l’importanza dell’idratazione

Bere una quantità adeguata di acqua ogni giorno è una delle raccomandazioni fondamentali per chi soffre di prostata ingrossata. L’idratazione costante aiuta a diluire l’urina e a favorire l’espulsione delle tossine, riducendo il rischio di irritazione alla vescica e, di conseguenza, i disturbi tipicamente associati all’IPB, come la minzione frequente, notturna e la sensazione di svuotamento incompleto.

L’acqua contribuisce anche a attenuare stati infiammatori: una buona idratazione agevola il drenaggio dei liquidi corporei, contrastando la ritenzione e favorendo il benessere della ghiandola prostatica. Gli esperti consigliano di bere almeno due litri di acqua al giorno, salvo diversa indicazione medica.

Quale tipo di acqua scegliere?

Non tutta l’acqua ha le stesse proprietà e, nel caso della prostata ingrossata, alcune caratteristiche possono risultare più favorevoli di altre. I punti chiave nella scelta sono:

  • Basso contenuto di sodio: un’elevata presenza di sodio può concorrere alla ritenzione idrica e aumentare la pressione a livello delle vie urinarie, aggravando il senso di disagio.
  • Oligominerale: l’acqua oligominerale, caratterizzata da un residuo fisso inferiore ai 500 mg/l, favorisce la diuresi e il drenaggio dei liquidi, riducendo il rischio di infiammazione e congestione della prostata.
  • Azione diuretica: alcune acque minerali naturali vantano una spiccata azione diuretica che incentiva la pulizia del tratto urinario e aiuta a liberarsi delle scorie in eccesso.

Un altro tema discusso di recente riguarda l’acqua alcalina. Essa presenta un pH superiore a 7 e viene talvolta promossa per il suo potenziale contributo nella riduzione dell’acidità corporea e dell’infiammazione. Alcuni studi preliminari suggeriscono che l’acqua alcalina possa possedere proprietà antiossidanti e favorire un ambiente meno favorevole allo stress ossidativo, condizione che può influire negativamente sulle cellule prostatiche. Tuttavia, le prove scientifiche a supporto di tali benefici sono ancora limitate. Inoltre, un consumo eccessivo di acqua alcalina può comportare uno squilibrio del pH corporeo, per cui è consigliabile chiedere il parere del medico prima di intraprenderne l’assunzione regolare.

Bevande da evitare con la prostata ingrossata

Se l’acqua oligominerale a basso sodio e l’acqua alcalina possono apportare vantaggi, è altrettanto importante evitare alcune bevande che possono peggiorare i sintomi legati alla prostata. Tra queste, in particolare:

  • Alcolici: favoriscono la disidratazione, irritano la vescica e possono peggiorare la frequenza e l’urgenza urinaria.
  • Bevande contenenti caffeina (caffè, tè nero, alcune bibite gassate): hanno un effetto irritante sulla vescica, aumentando la diuresi e la sensazione di urgenza.
  • Bevande zuccherate e gassate: possono incrementare il fastidio e lo stato infiammatorio delle vie urinarie.
  • Latticini e succhi di frutta industriali: per alcune persone, possono favorire più facilmente infiammazione e sintomi correlati.

Una corretta educazione alimentare e la moderazione nell’assunzione di tali bevande sono essenziali per non peggiorare i disturbi della prostata ingrossata e mantenere il massimo benessere possibile.

Altri accorgimenti utili per chi soffre di IPB

La sola scelta dell’acqua giusta, però, non sostituisce la necessità di abitudini salutari generali utili per contrastare i problemi prostatici. Tra queste, assumono particolare rilievo:

  • Attività fisica regolare: migliora la circolazione sanguigna nell’area pelvica e contribuisce a ridurre l’infiammazione.
  • Dieta ricca di antiossidanti: il consumo frequente di frutta e verdura, come pomodori (fonte di licopene), frutti rossi, agrumi e tè verde, aiuta a combattere lo stress ossidativo e favorisce la salute della prostata.
  • Controllo del peso: l’eccesso di peso corporeo è un noto fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione dell’IPB e delle patologie prostatiche.
  • Evitare pasti abbondanti la sera: aiuta a ridurre le stasi urinarie notturne e il rischio di doversi alzare più volte durante la notte.
  • Riduzione di cibi grassi e fritti: una dieta povera di grassi animali e caratterizzata da un buon apporto di fibre contribuisce al miglioramento generale della salute prostatica.

In presenza di disturbi urinari persistenti, bruciore, dolore pelvico o sangue nelle urine, è fondamentale sottoporsi a una valutazione specialistica. Esami mirati e trattamenti farmacologici, in particolare per prostatiti acute o croniche, possono essere necessari e vanno sempre prescritti da personale sanitario.

L’acqua come alleato nella cura della prostata

Sebbene l’acqua non possa “curare” direttamente l’IPB, il suo ruolo è di sostegno e prevenzione, aiutando a limitare l’insorgere di complicanze e a mantenere la funzionalità urinaria il più efficiente possibile. Integrare una corretta idratazione con una dieta bilanciata, gestione dello stress e regolare attività motoria rappresenta la strategia più efficace per convivere con la prostata ingrossata nel lungo termine.

Per concludere, la scelta consigliata per chi soffre di prostata ingrossata è un’acqua minerale oligominerale, a basso contenuto di sodio e preferibilmente con effetto diuretico. L’acqua alcalina può essere considerata come integrazione, ma non è una soluzione miracolosa e va sempre utilizzata con il consenso del proprio medico. L’acqua rimane un elemento centrale nella gestione quotidiana dei disturbi prostatici, affiancando un percorso di salute più ampio e consapevole.

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