Cosa succede se non metto la causale in un bonifico? Ecco cosa dice la legge

Effettuare un bonifico bancario senza inserire la causale non comporta automaticamente la nullità dell’operazione o la sua invalidità. In Italia, la legge non impone l’obbligo di indicare la causale per il trasferimento di denaro tramite bonifico bancario, salvo alcune eccezioni relative a specifiche detrazioni fiscali o bonus. Tuttavia, la mancanza di una causale può avere conseguenze pratiche e legali, soprattutto in caso di contestazioni, controlli fiscali o per chiarire i rapporti tra le parti coinvolte.

Il valore giuridico e fiscale della causale

Nel contesto giuridico italiano, il bonifico bancario rappresenta uno dei principali strumenti di pagamento tracciabili. L’indicazione della causale non è richiesta dalla normativa come requisito essenziale per la validità della transazione. Il bonifico resta a tutti gli effetti valido anche se il campo causale viene lasciato vuoto . Questo significa che, a livello legale, il trasferimento di somme tra conti bancari può essere effettuato senza alcuna motivazione esplicita scritta sul modulo di disposizione .

La causale serve tuttavia a “cristallizzare” il motivo del versamento, diventando un elemento che può risultare prezioso in caso di verifica o accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate o in caso di contestazioni fra le parti . L’inserimento della causale è quindi consigliato:

  • per conservare una traccia formalizzata e inequivocabile sulla motivazione del pagamento;
  • per tutelare se stessi in caso di contenzioso fiscale o legale;
  • per evitare presunzioni sfavorevoli in caso di controlli, soprattutto in presenza di importi elevati.

Secondo il principio di imputazione del pagamento disciplinato dal Codice Civile, la causale permette di individuare quale obbligo venga assolto attraverso il versamento. In assenza di specificazione, sarà necessario ricorrere ad altri elementi probatori per ricostruire la ragione dell’operazione .

Conseguenze pratiche della mancanza di causale

Sotto il profilo pratico, l’assenza della causale può portare a grattacapi in diversi scenari. Ad esempio, qualora il destinatario del bonifico avesse con il mittente più debiti o rapporti economici, si potrebbe generare confusione su quale obbligazione sia stata effettivamente estinta con il pagamento. Questo può sfociare in dispute legali, soprattutto se non esistono elementi extratestuali (documentazioni, e-mail, contratti) che consentano di dedurre il vero intento dell’operazione .

A fini fiscali, la causale assume importanza nei seguenti casi principali:

  • per la detrazione di oneri e spese (ad esempio per ristrutturazioni, bonus fiscali, affitti): in questi casi, la legge spesso prescrive la necessità di inserire dati specifici nella causale;
  • in caso di controlli dell’Agenzia delle Entrate finalizzati a ricostruire la provenienza e la destinazione delle somme, soprattutto per importi rilevanti o trasferimenti considerati anomali;
  • quando si tratta di versamenti a titolo di liberalità, prestiti fra privati, o restituzione di somme, specificare la natura aiuta a evitare contestazioni su eventuali ricavi occultati o redditi non dichiarati .

Non indicare la causale può quindi far scaturire una presunzione di reddito da parte del Fisco, specialmente se i flussi in entrata non sono giustificati da elementi ricostruibili e lo stesso contribuente è chiamato a fornire chiarimenti sulle somme ricevute .

Casi particolari: giroconti, rapporti fra familiari e operazioni tra privati

Se il bonifico riguarda un giroconto, ossia uno spostamento di denaro tra conti correnti intestati allo stesso soggetto personafisica o giuridica, la causale è del tutto superflua. Invece, se i rapporti sono fra terzi — ad esempio prestiti tra amici, donazioni tra parenti, restituzioni di somme — l’assenza della causale può complicare la ricostruzione della natura patrimoniale del trasferimento e favorire controlli dell’amministrazione finanziaria verso entrambe le parti .

Le donazioni devono essere formalizzate per legge solo oltre una determinata soglia o se riservano caratteristiche specifiche. Tuttavia, scrivere la causale resta prudente anche per piccoli importi, onde evitare che il pagamento possa essere frainteso come altra tipologia di reddito, come un compenso occulto o una restituzione di debiti .

Allo stesso modo, per i pagamenti tra privati (affitti, quote di spesa, acquisti online), la causale permette di evitare contestazioni future: ad esempio, se si versa la quota di una vacanza, è opportuno specificare “quota vacanza luglio 2024” o simili.

Indicazioni operative: come comportarsi e cosa prevede la legge

Chi dispone un bonifico dovrebbe quindi considerare:

  • di specificare sempre la causale nei rapporti con terzi per evitare ambiguità e contestazioni;
  • di essere puntuale e chiaro nell’indicazione (ad esempio: “Affitto mese di settembre 2025” oppure “Restituzione prestito personale”);
  • di conservare la documentazione che comprova il rapporto sottostante (contratti, scambi di mail, fatture), in caso di omissione della causale o contestazioni future .

Il consiglio vale soprattutto nei seguenti ambiti:

  • pagamenti per prestazioni di lavoro autonomo o professionale;
  • ratei di affitto tra privati o aziende;
  • rimborsi, acconti o saldi per acquisti immobiliari o mobiliari;
  • prestiti e donazioni tra parenti o amici.

È importante ricordare che la causale rappresenta solo una dichiarazione delle parti e non ha in sé valore probante nei confronti di terzi se non supportata da altri elementi di prova. Ad esempio, indicare come causale “donazione” non mette al riparo da accertamenti fiscali se le somme sono consistenti, né vale come atto pubblico necessario per le “grandi donazioni” . Allo stesso modo, tentare di falsificare la causale (ad esempio, indicando un’operazione fittizia) può integrare ipotesi di dichiarazione mendace o elusione fiscale e comportare sanzioni amministrative o penali.

Per i trasferimenti con finalità specifiche che prevedono una detrazione (ad esempio l’Ecobonus o il Sismabonus) è invece obbligatoria un’indicazione precisa: la causale deve menzionare il riferimento alla normativa e, spesso, il codice fiscale del beneficiario e del soggetto che sostiene la spesa.

In conclusione, nonostante non vi sia un obbligo formale di legge, inserire una causale corretta e dettagliata è una prassi altamente raccomandata per tutelarsi e semplificare la gestione di eventuali controversie, contenziosi o controlli fiscali. La mancanza della causale, pur non inficiando la validità del bonifico, può determinare effetti sfavorevoli per chi effettua o riceve il pagamento, soprattutto di fronte a enti terzi quali banche e amministrazione finanziaria.

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